Con il patrocinio di:
Comune di Firenze Assessorato
alla Cultura
Presenta la mostra il critico d’arte e giornalista
UMBERTO PUTZU
Il riferimento nel titolo alla mostra “Arte Genio e Follia” curata da Vittorio Sgarbi attualmente in corso a Siena nel Complesso S. Maria alla Scala non è casuale, infatti Ken Tielkemeier è fra gli artisti che compongono questa importante rassegna d’arte in cui si possono ammirare autentici capolavori del Novecento Europeo.
Approfittando di questa felice occasione, la galleria FYR, che in passato ha dedicato diverse mostre a questo speciale artista, intende ampliare la conoscenza del suo lavoro offrendo la visione di diverse opere mai esposte in precedenza da cui emerge in particolar modo il felice rapporto fra creatività e genio.
Tielkemeier è stato pittoricamente uno spirito estremamente libero e spesso accade che tanta libertà venga interpretata come follia visionaria. La raccolta completa della sua produzione, oltre cinquant’anni di pittura mirabile che la famiglia conserva quasi integralmente, dimostra la grandezza della sua ricerca, che ha anticipato movimenti artistici conclamati, quali la transavanguardia e il neo-espressionismo tedesco degli anni 70. I critici che hanno scritto sulla sua opera hanno rilevato quanto importante sia stato il suo percorso, anche se purtroppo non è arrivato alla conoscenza del panorama più internazionale. Triste destino toccato a tanti grandi della storia dell’arte che sono stati riconosciuti solo dopo la loro morte.
Ken Tielkemeier, nato a St. Louis, Missouri, nel 1929 è deceduto a Firenze nell’agosto 2007. Ha amato molto Firenze, vi ha trascorso gran parte della sua vita frequentando gli ambienti artistici e letterari che nel primo dopoguerra fermentavano la vita cittadina. Con la sua diletta moglie Franca Barbara Frittelli, pittrice fiorentina di grande talento anch’essa, hanno avuto rapporti amichevoli con alcuni dei personaggi più rappresentativi dell’entourage artistico-culturale fiorentino, fra cui Rosai, Luzi, Caponi, Bilenchi. Leonetto Leoni coniò per la sua pittura il termine “espressionismo magico”.
L’origine tedesca della famiglia Tielkemeier gli ha certo trasmesso geneticamente quella propensione per una visione espressionista dell’arte, e la profonda passione per la pittura che lo coinvolse fin da giovanissimo lo condusse poi in Italia negli anni 50. Il giovane Ken voleva conoscere i maestri italiani che in quegli anni esperimentavano nuovi linguaggi. Giunto a Firenze nel ’55 si affacciò all’Accademia e prese a seguire i corsi di Ottone Rosai. Le opere di quegli anni risentono fortemente l’influenza rosaiana e veri capolavori appartengono a quel periodo. Nel ’58, dopo la morte di Rosai, la sua pittura prende una svolta decisa: inventa personaggi che ritroviamo poi costantemente nelle sue opere successive, personaggi come Flamenco, il venditore di banane, la Medea, e in tempi piu’ recenti l’omino del semaforo. Non ha mai smesso di creare e gli ultimi suoi lavori hanno ancora una sorprendente forza innocente e giovanile.
Scoprire la genialità di Ken Tielkemeier può oggi essere una bella occasione per ritrovare quei valori che fanno dell’arte, quella vera, un patrimonio prezioso da non disperdere.
Per Umberto Putzu “Con Tielkemeier l’arte del novecento diventa contemporaneità d’avanguardia, reale testimonianza del nostro tempo dal dopoguerra ad oggi, capacità di sintesi e fusione tra l’oggi e le sue storiche radici. Per un viaggio tra terra e cielo dove i suoi “New York” sono strisce d’orizzonti, vie di fuga tra i grattacieli, mentre i suoi personaggi da “Medea” alla “Lucertola” al “Falling-dog” alla “Jumping-girl” sono pulsazioni dell’inconscio, trasfigurazioni per uno spazio finalmente libero. Le sue opere sono segni e non simboli di ciò che ci circonda, per scoprire un possibile e, altro, specchio del reale, che resta a noi svelare”.
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