Con il Patrocinio del Comune di Firenze si inaugura sabato 10
marzo alle ore 17,30 alla galleria FYR in
Borgo Albizi 23 - Firenze, la mostra di GIONI DAVID PARRA:
Vòlti dall’alba
Condotti al sole / Contro sole
Il
prof. Valerio Meattini, filosofo e critico già impegnato con nomi
illustri dell’arte ed abituale curatore del lavoro di Parra,
individua nelle opere dell’artista una profonda connotazione
filosofica, tanto da intitolare questo ultimo ciclo di opere con
una citazione di Nietzsche che, con estrema attualità, tende a
definire la condizione dell’uomo contemporaneo.
La pittura di Gioni David Parra – che pare aver
definitivamente abbandonato la rappresentazione figurativa in cui
pure aveva prodotto opere davvero suggestive, come il grande
dipinto in cui ritrae Terzani che, di spalle, si allontana con
passo sereno – ha l’ambizione di andare a ricercare forme nuove,
abissali e ancestrali. E’ come un invito a tornare indietro, alle
origini magmatiche e da lì ripartire per ritrovarci, riconoscerci.
In un precedente saggio critico il prof. Valerio Meattini
iniziava con questa domanda: “Come si fa a dipingere il male,
il disordine, la demenza, il delirio, la disarticolazione e la
disgregazione?” In tutte le epoche è stato un impegno per
tanti, ed eccelsi artisti hanno lasciato opere memorabili.
Analizzando quindi uno dei cicli pittorici di Parra (Dipingere
l’impossibile, 2005) Meattini rilevò come egli ambisca ad essere ‘epico’,
narratore a se stesso e a chi lo vuole ascoltare di una vicenda
antropologica lontana e misteriosa che ci aiuti ad interpretare il
presente.
Riguardo al ciclo di opere che compongono l’attuale mostra,
Meattini lo definisce:
“Un tentativo estremo di rigenerazione, il suo, di novella
creazione, ripartendo dagli elementi primi restituiti al loro
libero gioco, alla possibilità di nuove combinazioni e nuovi
esiti. Un tentativo che egli compie tendendo l’orecchio al rumore
profondo del cosmo ridotto allo stato incandescente, con
esplosioni di luci, voragini e abissi, mentre ogni mente è
assente. La vertigine lo guida in questa ricerca. In queste sue
ultime tele, Parra insegue il nietzscheano “risuonare di mari di
luce” e il mettere radice negli abissi, il risalire verso il
remoto che non ci prevedeva”